venerdì 28 ottobre 2011

Terapia riparativa per l'omosessualità

Uno studio del 2009 condotto in Gran Bretagna su 1300 professionisti della salute mentale aveva evidenziato che almeno 200, tra psichiatri e psicoterapeuti, si erano cimentati almeno una volta nel tentativo di cambiare l’orientamento sessuale dei loro pazienti.

Michael King, psichiatra e ricercatore della University College of London che ha condotto lo studio, evidenzia che le ragioni che spingono i terapeuti ad una scelta di questo tipo risiedono o nelle loro personali convinzioni religiose o, talvolta, nel convincimento di poter, in questo modo, aiutare le persone omosessuali a superare il vissuto di discriminazione e pressione sociale.

Le conclusioni di King, al riguardo, condannano i professionisti che praticano la “cura dell’omosessualità” e li definiscono ignoranti e spinti da un’opinione assolutamente sbagliata. Secondo lo studioso i consigli offerti sarebbero inappropriati e derivanti dalle personali convinzioni del terapeuta.
King sostiene che, nonostante molte persone omosessuali vivano condizioni di disagio psichico, nel momento in cui decidono di consultare un professionista della salute mentale, dovrebbero trovare persone in grado di far comprendere loro che non si tratta di un problema loro ma della società.

Per quanto riguarda l’Italia è doveroso segnalare che l’Ordine Nazionale degli Psicologi ha preso una netta posizione contraria rispetto ad ogni forma di “terapia riparativa”; i motivi di tale posizione sono riconducibili alla palese violazione di almeno 3 articoli del codice deontologico cui tutti gli iscritti all’albo devono attenersi.

In particolare l’articolo 4 recita:   
 “Nell’esercizio della professione, lo psicologo rispetta la dignità, il diritto alla riservatezza, all’autodeterminazione ed all'autonomia di coloro che si avvalgono delle sue prestazioni; ne rispetta opinioni e credenze, astenendosi dall’imporre il suo sistema di valori; non opera discriminazioni in base a religione, etnìa, nazionalità, estrazione sociale, stato socio-economico, sesso di appartenenza, orientamento sessuale, disabilità. Lo psicologo utilizza metodi e tecniche salvaguardando tali principi, e rifiuta la sua collaborazione ad iniziative lesive degli stessi.”.

Anche l’art. 5 sarebbe violato laddove recita che “Lo psicologo è tenuto a mantenere un livello adeguato di preparazione professionale e ad aggiornarsi nella propria disciplina specificatamente nel settore in cui opera. Riconosce i limiti della propria competenza ed usa, pertanto, solo strumenti teorico-pratici per i quali ha acquisito adeguata competenza e, ove necessario, formale autorizzazione. Lo psicologo impiega metodologie delle quali è in grado di indicare le fonti ed i riferimenti scientifici, e non suscita, nelle attese del cliente e/o utente, aspettative infondate”.
Non esistono, infatti, dimostrazioni scientifiche e inconfutabili che l'omosessualità sia di per sé una psicopatologia e, oltretutto, molti sono gli studi che sottolineano che non vi sia alcuna evidenza di successo terapeutico per le terapie riparative.

Un altro punto su cui si basa la posizione dell’Ordine riguarda la violazione dell’art. 3 in quanto si tratterebbe di un esercizio di potere offerto dalla posizione del professionista unito alla sua personale ideologia religiosa:
“Lo psicologo è consapevole della responsabilità sociale derivante dal fatto che, nell’esercizio professionale, può intervenire significativamente nella vita degli altri; pertanto deve prestare particolare attenzione ai fattori personali, sociali, organizzativi, finanziari e politici, al fine di evitare l’uso non appropriato della sua influenza, e non utilizza indebitamente la fiducia e le eventuali situazioni di dipendenza dei committenti e degli utenti destinatari della sua prestazione professionale.”
La responsabilità professionale e il rispetto del codice deontologico non dovrebbe, pertanto, spingere nessun professionista della salute mentale a cercare di convertire l’omosessualità in eterosessualità.

Nonostante queste evidenze e l’accordo di molte note organizzazioni mondiali (BACP., APA, AMA, APA) esistono ancora oggi sostenitori di tale “terapia” (e il virgolettato è d’obbligo!) che viene praticata con modalità non solo discutibili ma, talvolta, palesemente lesive nei confronti dei pazienti: vengono anche utilizzate scosse elettriche, farmaci emetici, restrizioni, isolamenti, stimoli terrificanti, esorcismo…
La storia del 23enne Samuel Brinton, dottorando al Mit di Boston, raccontata lo scorso agosto a una delle più importanti testate gay d’America, né è la triste conferma (http://anellidifum0.wordpress.com/2011/10/20/usa-i-torturatori-dietro-alle-terapie-riparative/)

Secondo Yarhouse, un sostenitore delle terapie riparative, il successo terapeutico consisterebbe nell’astensione dal comportamento omosessuale nonostante non vi sia una reale cancellazione degli impulsi. In altre parole, una lotta continua contro la tentazione da pensieri, sentimenti e comportamenti omosessuali.

Ci sarebbe da domandarsi se questo tipo controllo sul comportamento possa essere non solo poco terapeutico ma addirittura dannoso per l’equilibrio psichico!

Fonti:

Foto:

5 commenti:

  1. IL DIRITTO ALLE TERAPIE E ALL'AUTODETERMINAZIONE:
    Il cambiamento di orientamento sessuale , ora è anche scientificamente confermato grazie alla nuova scienza sulla neuroplasticità oltre alle migliaia di testimonianze in tutto il mondo. http://www.youtube.com/watch?v=AS0i4_Fv40A
    TRATTAMENTO OMOSESSUALITA' MASCHILE - Un approccio cognitivo-comportamentale ed interpersonale - prof. psichiatria clinica presso Università dello Utah A. Decano Byrd, ph. D.
    http://www.narth.com/docs/ital-trattamento.pdf
    OMOSESSUALITA' FEMMINILE: Gli scritti della psicoterapeuta Janelle Hallman
    http://omosessualitaeidentita.blogspot.ch/2010/09/gli-scritti-di-janelle-hallman.html
    SI E' POSSIBILE CAMBIARE TESTIMONIANZA:
    http://omosessualitaeidentita.blogspot.ch/2008/06/omosessualit-si-possibile.html
    IL FONDATORE DI "YOUNG GAY AMERICA" DIVENTA ETERO:
    http://www.losai.eu/usa-il-fondatore-di-young-gay-america-diventa-etero/
    TESTIMONIANZA DI FRANCESCA:
    http://omosessualitaeidentita.blogspot.ch/2010/04/uscita-dallomosessualita-testimonianza.html
    STORIA DI UNA BAMBINA "TRANSGENDER" IN UNA SOCIETA' DEGLI ANNI 60:
    http://omosessualitaeidentita.blogspot.ch/2013/03/normal-0-14-false-false-false-it-x-none.html
    TESTIMONIANZA DI STEPHEN:
    http://omosessualitaeidentita.blogspot.ch/2011/10/testimonianza-di-un-ex-omosessuale-la.html
    TESTIMONIANZA DI RAFFAELE:
    http://omosessualitaeidentita.blogspot.it/2013/03/uscire-dallomosessualita-testimonianza.html
    TESTIMONIANZA DI ANDREA:
    http://omosessualitaeidentita.blogspot.ch/2011/12/testimonianze-di-ex-omosessuali.html

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    1. La sigra vismara ha sostenuyo che la terapia riparativa, praticata con ippoterapia, con questa affermazione: 'PERCIO ANCHE CHI SI CONVINCE CHE CON I CAVALLI PUO CAMBIARE ORIENTAMENTO SESSUALE, PUO' CAMBIARLO VERAMENTE'. Le testimonianze si vadano a dare in tv con intervista da pelo e contropelo, copia e incolla di link con testimonianze solo su blog e/o internet, non e' sufficiente. La sigra vismara dica quando, perche' e come le assogiazioni lgbt avrebbero impedito a lei e/o agli ex gay di recarsi presso le tv per dare testimonianza del cambiamento dei soggetti in questione. faccia i nomi di quali associazioni lgbt hanno impedito cio' i nomi dei rappresentanti delle associazioni e i nomi della/e emittenti tv alla/e quale/i si era rivolta.

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    2. dr. Roberto Callina24 marzo 2014 alle ore 09:25

      Caro Anonimo, non posso che essere d'accordo con lei. La signora Vismara, evidentemente, non ha alcun elemento significativamente valido, da un punto di vista scientifico, a sostegno della sua discutibile posizione. Del resto, come ho già scritto, la comunità scientifica internazionale si è chiaramente espressa contro tale pratica che, aggiungo io, trovo non solo inefficace, ma anche dannosa.

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    3. Visnara ha diffuso in rete :NOTIZIE FALSE, DATI, STATISTICHE ALTERATE/ FALSE, STRUMENTALIZZATO CONTENUTI SCENTIFICI. CIÒ. E' UN REATO PERSEGUIBILE!

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  2. Ho accettato, in fase di modarazione, il post ma vorrei prenderne le distanze e precisare un paio di considerazioni personali:
    - la prima riguarda il fatto che inserire una serie di link in un sito senza aggiungere nessun contributo personale e costruttivo mi sembra, quanto meno, discutibile. Forse per generare traffico sul proprio blog?
    - la seconda riguarda il motivo per cui non ho elimitato il post in fase di moderazione; la ragione è molto semplice: nonostante sia in totale disaccordo con tale prospettiva, avrei agito da censore rispetto al libero pensiero. Non è un ruolo che mi compete e neppure mi interessa.
    Dal testo indicato da Alida, forse l'unico con un minimo contenuto "scientifico" (?!?), tra i link proposti, vorrei solo evidenziare un paio di passaggi, che mi sembrano interessanti:

    1) “I risultati desiderati includono l'assenza di comportamento omossessuale, riduzione o eliminazione delle attrazioni sessuali…”

    Ergo: il successo terapeutico consisterebbe nell’astensione dal comportamento omosessuale nonostante non vi sia una reale cancellazione degli impulsi.

    2) “Alla conclusione del trattamento, il paziente organizza una versione rivista del suo diario e questa versione è poi utilizzabile come MEZZO di PREVENZIONE per una possibile RICADUTA”

    Ergo: se è prevista la possibilità di ricaduta e si ritiene che sia necessaria una prevenzione, ciò significa almeno due cose. La prima è l'omosessualità è considerata una malattia, la seconda è che i risultati attesi non prevedono una "guarigione" ma una "semplice" (?!?) astensione dal comportamento omosessuale. Come dire a un eterosessuale: "astieniti dall'avere rapporti con donne ma sentiti libero di averne con uomini". Che dire? Mi sembra un gran bel risultato!!!

    Mi riservo di aggiungere altro perché ho solo dato una veloce lettura ai "contenuti" che ha proposto Alida.

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