Una recente indagine dell’ISTAT, la
prima indagine statistica nel suo genere, effettuata su 7.725 famiglie è stata
presentata dal presidente dell’ISTAT, Enrico Giovannini, giovedì u.s. presso la Camera dei Deputati alla presenza dell’On. Gianfranco Fini, in occasione della
Giornata Internazionale contro l'Omofobia.
Tale indagine costituisce un
tassello di assoluta novità nel suo genere ed offre una fotografia interessante
del nostro paese e delle convinzioni degli italiani in tema di omosessualità,
omofobia, discriminazione e matrimonio gay.
Di seguito i dati emersi così come
pubblicati sul sito dell’ISTAT (http://www.istat.it/it/archivio/62168)
Il 61,3% dei cittadini tra i 18 e i 74 anni ritiene
che in Italia gli omosessuali sono molto o abbastanza discriminati, l'80,3% che
lo sono le transessuali.
Generalizzata appare la condanna di comportamenti
discriminatori: il 73% è in totale disaccordo con il fatto che non si assuma
una persona perché omosessuale o non si affitti un appartamento per lo stesso
motivo. D'altra parte, che persone omosessuali rivestano alcuni ruoli crea
problemi a una parte della popolazione: per il 41,4% non è accettabile un
insegnante di scuola elementare omosessuale, per il 28,1% un medico, per il
24,8% un politico.
Il 74,8% della popolazione non è d'accordo con
l'affermazione "l'omosessualità è una malattia", il 73% con
"l'omosessualità è immorale", il 74,8% con "l'omosessualità è
una minaccia per la famiglia". Al contrario, Il 65,8% è d'accordo con
l'affermazione "si può amare una persona dell'altro sesso oppure una dello
stesso sesso: l'importante è amare".
La maggioranza dei rispondenti ritiene accettabile che
un uomo abbia una relazione affettiva e sessuale con un altro uomo (59,1%) o
che una donna abbia una relazione affettiva e sessuale con un'altra donna
(59,5%). Tuttavia, il 55,9% si dichiara d'accordo con l'affermazione "se
gli omosessuali fossero più discreti sarebbero meglio accettati", mentre
per il 29,7% "la cosa migliore per un omosessuale è non dire agli altri di
esserlo".
La maggioranza dei rispondenti (62,8%) è d'accordo con
l'affermazione " è giusto che una coppia di omosessuali che convive possa
avere per legge gli stessi diritti di una coppia sposata". Il 43,9% con
l'affermazione "è giusto che una coppia omosessuale si sposi se lo
desidera". Maggiore è la contrarietà nei confronti dell'adozione dei figli
(solo circa il 20% è molto o abbastanza d'accordo con la possibilità di
adottare un bambino).
Circa un milione di persone si è dichiarato
omosessuale o bisessuale, più tra gli uomini, i giovani e nell'Italia centrale.
Altri due milioni circa hanno dichiarato di aver sperimentato nella propria
vita l'innamoramento o i rapporti sessuali o l'attrazione sessuale per persone
dello stesso sesso.
Forti difficoltà emergono per gli
omosessuali/bisessuali in famiglia. Circa il 20% dei genitori sa che i loro
figli vivono una tale condizione. Il dato è più alto per i fratelli (45,9%), i
colleghi (55,7%) e soprattutto gli amici (77,4%).
Gli omosessuali/bisessuali dichiarano di aver subito
discriminazioni a scuola o all'università, più degli eterosessuali (24% contro
14,2%) e così anche nel lavoro (22,1% contro il 12,7%). Un altro 29,5% si è
sentito discriminato nella ricerca di lavoro (31,3% per gli eterosessuali).
Considerando tutti e tre questi ambiti, il 40,3% degli
omosessuali/bisessuali dichiara di essere stato discriminato, contro il 27,9%
degli eterosessuali. Si arriva al 53,7% aggiungendo le discriminazioni subite
(e dichiaratamente riconducibili all'omosessualità/bisessualità degli
intervistati) nella ricerca di una casa (10,2%), nei rapporti con i vicini
(14,3%), nell'accesso a servizi sanitari (10,2%) oppure in locali, uffici
pubblici o mezzi di trasporto (12,4%).
19 maggio 2012
foto: MorgueFile
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